Ad Aprile Sky Italia S.r.l. ha annunciato che, entro la fine dell’anno, il sistema di codifica SECA verrà sostituito dal metodo di trasmissione codificata NDS (comunicato stampa del 27 aprile 2004 pubblicato sul sito www.skyitalia.com) al fine di raggiungere la massima efficienza, sicurezza e stabilità della propria piattaforma digitale.
A far tempo dal 14 Giugno 2004 Sky ha, pertanto, iniziato a commercializzare abbonamenti dotati di decoder NDS ed ha inviato agli abbonati un nuovo decoder ed una nuova smart card.
Di qui i disagi lamentati dagli utenti finali: il decoder NDS non è in grado di ricevere programmi in chiaro diffusi da altre emittenti, ha una limitata capacità di memorizzazione dei canali in chiaro e, a differenza del precedente decoder, non consente all’utente di memorizzare i canali a suo piacimento.
La legge n. 79/1999 prevede, difatti, che “i decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l’utilizzo di un unico apparato”. La delibera n. 216/00/CONS, titolata “Determinazione degli standard dei decodificatori e le norme per la ricezione dei programmi televisivi ad accesso condizionato”, prevede, all’art. 5 comma 3, che la ricezione dei programmi in chiaro può essere inibita solo nel caso in cui l'utente, qualora il decodificatore sia concesso in locazione, non adempia agli obblighi del relativo contratto. Inoltre, il successivo art. 6 stabilisce, in merito alla consultazione dei programmi e sintonizzazione, che i decodificatori, anche se forniti con sistemi di sintonizzazione pre-programmata, devono consentire all'utente la possibilità del completo riordino dei canali in maniera semplice secondo un sistema di numerazione personalizzato.
Sulla scorta della sopra richiamata normativa, due delle principali associazioni di consumatori si sono rivolte all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) per segnalare l’illegittimità dei nuovi ricevitori NDS commercializzati da Sky, che, di fatto, obbligano gli utenti all’acquisto di un ulteriore decoder per poter visualizzare, in netto contrasto con la normativa vigente, gli altri canali trasmessi in chiaro da altre emittenti.
Nel contempo, alcune delle maggiori società produttrici di parabole e ricevitori satellitari hanno denunciato i su riferiti fatti all’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato, ritenendosi danneggiate dall’intesa raggiunta dal gruppo Sky solo con cinque aziende produttrici dei “nuovi” decoder NDS. L’Antitrust, ha però respinto l'esposto, con delle motivazioni non del tutto condivisibili, atteso che il comportamento di Sky Italia è stato ritenuto conforme alla “prassi internazionale” e, nel caso di specie, non sono stati comunque ravvisati elementi di fatto e di diritto a sostegno del paventato abuso di “posizione dominante”.
Non è tutto. Sky Italia S.r.l., nelle more della pronuncia dell’AGCOM, ha annunciato di essere disponibile a recedere dal contratto che la lega a tutti gli abbonati che non intendono continuare a fruire del servizio Sky mediante il nuovo tipo di decoder. Ha, altresì, fornito la propria disponibilità ad avviare negoziazioni con i produttori di decoder ed ha deciso di introdurre facilitazioni agli abbonati relative alle seconde abitazioni. Dal 1° Novembre i canali accessibili mediante il nuovo decoder sono stati ampliati da 20 a 300.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (comunicato del 13.10.2004), tenuto conto delle istanze promosse dalle associazioni dei consumatori e delle osservazioni mosse dal colosso britannico, ha invitato il Gruppo Sky ad eliminare le barriere tecnologiche che impediscono di sintonizzare e consultare agevolmente i canali in chiaro ed a rilasciare le licenze per la diffusione della tecnologia NDS a tutte le imprese che lo richiederanno, senza discriminazione alcuna.
A suscitare polemiche, però, è la mancata previsione di date certe entro le quali Sky dovrà porre in essere quanto stabilito dall’AGCOM, nonché la mancata previsione di una sanzione per il comportamento assunto dalla società e riconosciuto illegittimo. Il Garante ha, altresì, invitato Sky a formare un tavolo di confronto con le associazioni dei consumatori per esaminare i problemi connessi all’utilizzo del decoder con sistema NDS per l’accesso ai programmi televisivi via satellite.
Ma il provvedimento dell’Autorità e la disponibilità di Sky a rivedere le proprie posizioni non ha del tutto placato gli animi. Infatti, la decisone assunta da Sky e avallata dal Garante per le Comunicazioni, di permettere agli abbonati non soddisfatti del nuovo decoder NDS di recedere dal contratto, come sostenuto da più parti, non è altro che l’applicazione di quanto prevede il Codice Civile che vieta la modifica unilaterale dei contratti.
Si aggiunga poi che il comportamento di Sky, la quale si è impegnata ad aumentare da 20 a 300 i canali memorizzabili, oltre quelli preimpostati, ha confermato, ove ve ne fosse la necessità, che il proprio decoder non rispetta quanto previsto dalla legge sul “Decoder unico” la quale autorizza la distribuzione nel nostro Paese solo di decoder che permettono la ricezione di tutti i programmi radio-televisivi digitali in chiaro.
La partita non è ancora terminata e il tutto lascia intravedere che il risultato finale sarà deciso al prossimo tavolo di confronto/scontro, se mai avverrà.
Tratto dalla rubrica "Diritto e nuove tecnologie" a cura dell'Avv. Giustino Sisto e Dirittosuweb.com, pubblicato il 17.11.2004 sul quotidiano "Il Denaro"